La protezione dei rifugiati europea in crisi. Che cosa può fare la Svizzera?
Berna, 21.09.2015 - Secondo la Commissione federale della migrazione (CFM), quella dell’autunno 2015 non è una crisi dei rifugiati ma una crisi della protezione dei rifugiati in Europa. La CFM pubblica un catalogo di provvedimenti che consentono alla Svizzera di migliorare la tutela dei rifugiati e delle altre persone bisognose di protezione.
Le raccomandazioni della CFM abbracciano sei settori e propongono di:
- offrire maggiore sostegno alle persone in loco, soprattutto in Libano, Giordania e Turchia;
- andare a prendere le persone sul posto per evitare che intraprendano traversate pericolose e potenzialmente mortali. Potenziare e velocizzare considerevolmente il programma di reinsediamento;
- sgravare temporaneamente i Paesi particolarmente sotto pressione prendendo a carico dei rifugiati registrati in tali Paesi. Ciò comprende anche la partecipazione a un programma europeo di ricollocazione;
- introdurre un nuovo statuto di protezione complementare, come proposto dalla CFM già nel 2014, che sostituisca l’ammissione provvisoria;
- offrire prospettive di lungo respiro alle persone che ottengono protezione in Svizzera, in particolare agevolando loro l’accesso alla formazione e al mercato del lavoro in tutto il Paese;
- decriminalizzare le persone in fuga e in cerca di protezione evitando di presentarle come «illegali» e «criminali» e utilizzando invece i termini giusti: migranti, rifugiati, richiedenti l’asilo.
Venerdì scorso il Consiglio federale ha deciso di ammettere, nel quadro del primo programma di ricollocazione, 1500 persone già registrate in Italia o in Grecia. In compenso saranno tuttavia ammesse 1500 persone in meno nel quadro del reinsediamento di rifugiati provenienti direttamente dalle aree di crisi. La CFM esorta il Consiglio federale a riconsiderare la propria decisione e ad aumentare invece nettamente il numero di persone da accogliere nel quadro del reinsediamento.
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Ultima modifica 30.01.2024