Adeguamento delle prestazioni di aiuto sociale per gli stranieri provenienti da Stati terzi: avvio della consultazione

Berna, 26.01.2022 - Il rischio di dover ricorrere all'aiuto sociale è statisticamente nettamente più alto per gli stranieri provenienti da Stati terzi che non per gli Svizzeri o i cittadini degli Stati dell’UE/AELS. Un pacchetto di misure del Consiglio federale, deciso nella seduta del 26 gennaio 2022, intende incentivare l’attività lavorativa di questo gruppo di persone al fine di contenere, nella misura del possibile, l'aumento dei costi dell'aiuto sociale a carico di Cantoni e Comuni.

In base a un mandato del Parlamento, il Consiglio federale vuole introdurre incentivi per una migliore integrazione degli stranieri nel mercato del lavoro. L'obiettivo è quello di ridurre le prestazioni di aiuto sociale per gli stranieri provenienti da Stati terzi e quindi ridurre per quanto possibile l'aumento delle spese in questo settore, in particolare per i Cantoni e i Comuni.

In concreto, il Consiglio federale propone le seguenti modifiche legislative:

  • introduzione di un sostegno inferiore per l'aiuto sociale di stranieri provenienti da Stati terzi nei primi tre anni dal rilascio di un permesso di dimora o di soggiorno di breve durata in Svizzera;
  • precisazione dei requisiti d'integrazione per i casi di rigore: per il rilascio di permessi di soggiorno a persone ammesse provvisoriamente, la partecipazione con successo a una formazione (professionale) è equiparata all'avvio di un'attività lavorativa.

Inoltre, il Consiglio federale propone un complemento ai criteri di integrazione nella legge sugli stranieri e la loro integrazione. Nell'ambito della verifica dell'integrazione (p. es. per la conclusione di una convenzione d'integrazione o per il rilascio del permesso di domicilio) si dovrebbe inoltre chiarire se e come lo straniero promuove e sostiene l'integrazione del coniuge, del partner registrato e di eventuali figli minorenni.

Nella seduta del 26 gennaio 2022, il Consiglio federale ha avviato la consultazione su queste modifiche di legge; la procedura durerà fino al 3 maggio 2022.

Le modifiche integrano le misure già decise dal Consiglio federale il 15 gennaio 2020 e che non richiedono modifiche di legge. Il loro scopo primario è di migliorare il flusso delle notifiche e delle informazioni tra le autorità dell'aiuto sociale e quelle della migrazione, migliorando così in generale l'acquisizione dei dati in caso di ricorso all'aiuto sociale.

La normativa attuale sulla revoca del permesso di domicilio è sufficiente

Il progetto trae origine dal postulato «Prestazioni di aiuto sociale per immigrati provenienti da Paesi terzi. Competenze della Confederazione» (17.3260) della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati, adottato dal Consiglio degli Stati l'8 giugno 2017. Il postulato ha incaricato il Consiglio federale di esaminare le possibilità giuridiche a disposizione della Confederazione per escludere o limitare l'aiuto sociale fornito agli stranieri provenienti da Paesi terzi. Il Consiglio federale ha adottato il 7 giugno 2019 il rapporto in adempimento del postulato e ha incaricato il DFGP di approfondire con un gruppo di accompagnamento le 20 opzioni di intervento formulate nel rapporto. Il 15 gennaio 2020 il Consiglio federale ha preso atto delle valutazioni del gruppo di accompagnamento, ha adottato un pacchetto di misure e incaricato il DFGP di elaborare diverse modifiche di legge che pone ora in consultazione. Il Consiglio federale ha rinunciato ad agevolare la revoca del permesso di domicilio. Dopo un esame approfondito è giunto alla conclusione che la normativa attuale è sufficiente. Essa prevede che i Cantoni possono revocare un permesso di domicilio in caso di ricorso durevole e considerevole all'aiuto sociale.

Forte aumento delle spese per l'aiuto sociale negli ultimi dieci anni

Le spese annuali nette per l'aiuto sociale in Svizzera sono aumentate di quasi 900 milioni di franchi dal 2010 al 2019 per arrivare a un totale di 2,8 miliardi di franchi a carico dei Cantoni e dei Comuni. Con una quota dell'8,8 per cento, la frequenza del ricorso all'aiuto sociale da parte dei cittadini di Stati terzi è nettamente superiore a quella dei cittadini svizzeri (2,3 %) o delle persone giunte in Svizzera nel quadro dell'Accordo sulla libera circolazione (2,8 %).

Per prevenire il rischio dell'aiuto sociale e sfruttare meglio il potenziale di lavoratori residenti in Svizzera, dal 2019 è stato avviato il programma pilota «Pretirocinio d'integrazione» aperto dal 2021 anche ai giovani al di fuori del settore dell'asilo immigrati nell'ambito del ricongiungimento familiare.


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Ultima modifica 30.01.2024

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